Percorso culturale

Le più antiche tracce umane in Sicilia risalgono al 12.000 a.C.
L’isola fu colonizzata dai Fenici, Greci e Romani tra l’ VIII ed il V secolo a. C.
Fu conquistata da Vandali, Ostrogoti, Bizantini, Arabi e Normanni. Questi ultimi fondarono il Regno di Sicilia che durò dal 1130 al 1816. Nel 1916, unito al Regno di Napoli sorse il Regno delle Due Sicilie.
La Sicilia fu unita allo Stato italiano nel 1860 in seguito alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi durante il Risorgimento.
Segni indelebili sono stati lasciati da tutti i popoli che hanno vissuto nell’Isola.

 

 

Pachino – Città del Ciliegino

In questo territorio si concentrano le leccornie assolute della terra siciliana, ortaggi, frutta, vini, pesce. Una visita qui è dunque un itinerario che non è solo balneare e di sole, ma anche storico, archeologico ed enogastronomico. Esperienze diverse che danno come risultato, una grande soddisfazione.
Il simbolo di questa località è sicuramente il famoso pomodorino di Pachino, che l’ha reso celebre, e che è ormai immancabile nelle tavole di tutti gli italiani.
A Pachino sarà possibile visitare il centro storico, facendo una sosta presso la Chiesa Madre del SS. Crocefisso, della fine del 1700. Un po’ fuori dal centro abitato c’è la Torre Xibini, quattrocentesca. E senza dubbio vale la pena spingersi a circa tre chilometri per raggiungere il borgo di Marzamemi.

Marzamemi – Antico Borgo Marinaro

Il nome deriva dall’arabo “Marsà al hamen“, “Baia delle Tortore” dovuto dal grande flusso di bellissimi uccelli durante la stagione della migrazione.
Il borgo, particolarissimo, sorge tutto intorno al mare.
Tra i monumenti da vedere annoveriamo la vecchia tonnara con gli scieri, gli antichi barconi dei pescatori che venivano usati per la mattanza dei tonni. Imperdibile è il palmento Di Rudinì, uno dei più antichi stabilimenti di archeologia industriale presenti in Sicilia. Ed è davvero piacevole girovagare tra le casette dei pescatori attorno alla piazza, edifici del 1600.
Ricordiamo inoltre il Palazzo del Principe di Villadorata, famiglia proprietaria del borgo: oltre che un cortile interno, esso ha pure un terrazzino da cui il principe si affacciava per controllare il lavoro dei pescatori. Caratteristici, inoltre, i due piccoli porti naturali di Marzamemi: Balata e Fossa. Insomma, un insieme decisamente suggestivo, tanto è vero che il borgo è ogni anno location mirabile per il “Festival del Cinema di Frontiera”, tenuto ogni anno l’ultima settimana di luglio.

Noto – Città del Barocco

Patrimonio dell’UNESCO. Qui la maestria umana ha raggiunto l’apice.
La Porta Reale apre il Corso Vittorio Emanuele, lungo il quale si raggiungono una dopo l’altra la chiesa di Santa Chiara e la Cattedrale di San Nicolò. In fondo alla salita di via Nicolaci, sede della famosa “Infiorata”, si trova la settecentesca Chiesa di Montevergine. Palazzo Nicolaci, presenta una serie di balconi scolpiti con sirene, centauri, ippogrifi e sfingi. Proseguendo il cammino, mentre lo sguardo spazia da un lato all’altro della via principale, ammirando il complesso della Basilica del SS. Salvatore, fino ad arrivare alla piazza XVI Maggio dominata dall’elegante facciata della Chiesa di San Domenico, si può poi salire alla sovrastante e parallela via Cavour, fiancheggiata da maestosi palazzi nobiliari.

San Corrado Fuori le Mura – Valle dei Miracoli

La chiesa di San Corrado Fuori le Mura si trova a 5 km da Noto, nella suggestiva Valle dei Miracoli. È un santuario settecentesco sorto nel luogo in cui San Corrado Confalonieri, patrono della città, visse, all’interno di una grotta, ancora oggi visitabile, in eremitaggio dal 1322 al 1351.
La chiesa è raggiungibile mediante una scala che scende dall’abitato di Noto, così come mediante la cava in cui essa è stata costruita. Posta alla fine di un lungo viale alberato, è in stile barocco e al suo interno custodisce una statua marmorea del Santo cui è dedicata, oltre ad una tela della Madonna col Bambino datata 1759 e ad una pala di Sebastiano Conca raffigurante San Corrado datata 1759. All’interno della struttura religiosa è allestito anche un piccolo museo ex-voto.

Modica – Città del Cioccolato

La fama di questa città è principalmente legata alla produzione di cioccolato, ma è anche una bellissima cittadina tardo-barocca. Essa è arroccata su un altopiano, un tempo adagiata sul letto del fiume Moticano in cui confluivano i due torrenti Janni Màuru e Pozzo Pruni. Agli inizi del ‘900 il fiume è stato coperto per dar vita all’odierno Corso Umberto I.
Essa è suddivisa in Modica Sorda, Modica Alta e Modica Bassa e, all’interno di quest’ultima si potrà visitare il centro storico, un agglomerato di viuzze e scalinate su cui si affacciano edifici e chiese. Il Duomo di San Giorgio è uno dei migliori esempi della declinazione siciliana dello stile architettonico.

Isola di Ortigia – Siracusa

L’isola di Ortigia rappresenta il cuore della splendida città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato che racconta secoli di cultura, arte e storia.
Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che permette direttamente di passare da Siracusa città all’isola di Ortigia.
Il suo nome rimanda ad origini greche, anche se questa zona, ricca di sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età del bronzo, come testimoniato da reperti archeologici databili tra il 3500 a.C. ed il 1200 a.C.
Passeggiando nell’isola si potranno assaporare secoli di storia ed ammirare numerosi palazzi ed edifici sacri che caratterizzano la zona.
Il Castello di Maniace, vigorosa costruzione che si estende nella parte meridionale dell’isola fu costruito intorno alla metà del XIII secolo e col trascorrere degli anni fu utilizzato sia come residenza che come struttura difensiva. Sempre nella parte meridionale di Ortigia troviamo la Fonte Aretusa, legata ad una leggenda secondo la quale la ninfa Aretusa, per sfuggire ad Alfeo, follemente innamorato di lei, chiese aiuto ad Artemide, che per salvarla la trasformò in una fonte.
Nell’isola di Ortigia si trova anche il Duomo della città, costruito in origine nel V secolo a. C. come tempio dedicato alla Dea Atena e modificato in seguito con la trasformazione in basilica cristiana. La facciata venne interamente rifatta in stile barocco, avendo subito gravissimi danni in seguito al terremoto del 1693.
Qui la maggior parte degli edifici racconta secoli di storia. Nell’Isola di Ortigia si sono concentrate tutte le architetture di pregio in stile barocco, liberty, rococò e classico della città. Questo fa di Ortigia un notevole sito di arte monumentale.